Storia del Comune

Il toponimo Gaiba deriva dalla parola Gaybo dal significato di “torrente”, corso d’acqua, ma pure alveo di un fiume, in sostanza un nome derivato dall’acqua. L’antica “Viam de Gaiba” è ricordata per la prima volta in un documento dell’anno 1158, e poi nel 1175.

Gaiba costituisce tra i vari paesi della riviera del Po un esempio della notevole capacità organizzativa ed operativa degli abitanti che pur tra molte difficoltà dovute agli eventi naturali e all’uomo sono riusciti a costruire gradualmente un insieme di tradizioni e di valori ancor oggi significativo e meritevole di attenzione.
La storia antica di Gaiba, le cui prime testimonianze risalgono all’alto medioevo, è legata soprattutto al Monastero di San Lorenzo alle Caselle ove la tradizione colloca un incontro nel 973 tra papa Benedetto VI e l’imperatore di Germania Ottone II. Al di là di illustri presenze il Monastero si distinse per la vita religiosa e per l’accoglieza ai viandanti.

Nei secoli XIV-XVII troviamo testimonianze di vaste possessioni di famiglie ferraresi alcune delle quali comprendevano accanto alla corte padronale la cappella gentilizia.
La presenza di diversi monasteri, chiese ed oratori nell’are di Gaiba, Caselle, Bonello e Tommaselle non impedisce agli abitanti l’istituzione di una parrocchia in Gaiba ove la comunità si ritova liberamente e dove esprime nella vita pastorale, nelle confraternite e addirittura in istituzioni organizzate, come il Monte Frumentario, il dinamismo e la capacità gestionale.

Nella chiesa parrocchiale, dedicata a San Giuseppe, che risale al secolo XVIII si conservano pregievoli opere di scuola ferrarese ed alcuni lavori di esperti artigiani locali.
Di interesse è pure la Villa Stampanoni che risale agli ultimi anni del secolo XVII accanto al quale sorge l’oratorio di Sant’Anna che conserva una bella tela del Cignaroli.
Sul Po si trovano i resti della chiesa di San Carlo, quasi una sentinella del centro abitato sul fiume che qui delimita un’ampia e suggestiva golena. Nel tempio, eretto a protezione delle inondazioni e per l’accoglienza ai viandanti, la tradizione vuole abbia sostato San Carlo Borromeo nel suo viaggio lungo il Po.

Infine a Tommaselle vi è un piccolo oratorio dedicato a San Tommaso esistente già nel secolo XVII.
Tra gli abitanti illustri di Gaiba gli storici ricordano il letterato Lodovico Casella, originario appunto della località Caselle, che operò come consigliere e come diplomatico alla corte di Borso d’Este nel secolo XV e si distinse per cultura ed attività letteraria.
Pur avendo un numero limitato di abitanti Gaiba possiede una buona biblioteca con più di 4000 opere, regolarmente aperta al pubblico, riferimento per i gruppi di interesse artistico e storico della località e motivo di raccordo con gli altri del Polesine e del Ferrarese

CENNI DI STORIA CONTEMPORANEA

Ripercorrendo la storia contemporanea, la realtà di Gaiba si inserisce nel contesto comune a tutte le popolazioni Polesane ed in particolare della fascia rivierasca del Fiume Po.

Agli inizi del ‘900, in un cintesto sociale quasi esclusivamente agricolo, la popolazione viveva in condizioni di estrema povertà. La grande guerra del ’15 e ’18, le rovinose e umilianti vicende del ventennio fascista culminate con lo scoppio della 2ª Guerra Mondiale, hanno contribuito ulteriormente ad aggravare le sofferenze umane e sociali della gente.
L’avvento della democrazia e la conseguente costituzione delle rappresentanze istituzionali, in particolare quelle locali, avviarono l’opera di ricostruzione socio economica.
Gaiba, insieme a tanti altri Comuni del Polesine, già duramente colpiti dalle vicende della guerra, dovette sopportare un’ulteriore catastrofe; con la rottura degli argini del Po a Occhiobello (Novembre 1951), gran parte del territorio del paese fu sommerso dalle acque.

Negli anni che seguirono e per due decenni, Gaiba subì una forte emigrazione. Circa 800 persone (quasi il 40% della popolazione) abbandonarono il paese per cercare lavoro e assicurare così a se stessi e alle proprie famiglie un futuro più decoroso.
Ma nonostante le grandi difficoltà e sia pure a prezzo di innumerevoli sacrifici, il paese ha saputo pian piano risollevarsi , grazie all’impegno e alla dedizione sia della popolazione rimasta e dei suoi amministratori, sia dei compaesani emigrati, mai dimentichi della loro origine.
Negli anni ’70 e successivi Gaiba ha avuto un notevole sviluppo urbanistico ed economico. La nascita di molte realtà artigiane, il rinnovato comparto agricolo con la presenza di numerose aziende coltivatrici dirette, l’insediamento di alcune attività industriali significative, hanno portatao il paese ad un buon livello socio-economico.
Gaiba oggi rappresenta una bella e operosa realtà comunitaria; un piccolo centro dove però si vive bene, con un alto livello di servizi sociali.

Chi vorrà visitare oggi il nostro territorio, troverà un paese completamente rinnovato, un “autentico piccolo salotto urbano”. Molteplici sono le manifestazioni culturali e folkloristiche che si svolgono durante l’anno; in particolare da segnalare la Fiera di S. Anna (fine Luglio), nell’ambito della quale si svolge l’ormai tradizionale Palio delle Contrade, con sfilate in costumi d’epoca e giochi d’abilità, manifestazione nella quale presente e passato si fondono mirabilmente nel rivivere la semplicità e la bellezza delle più autentiche tradizioni della nostra antica realtà contadina.

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